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Bosco
Come si raggiunge:
In auto: Autostrada SA-RC, uscita di Padula-Buonabitacolo, direzione Sapri; proseguire sulla SS 517 fino a Roccagloriosa, poi per Acquavena-Bosco, per un totale di 55 km.
In treno: Le stazione FS più vicine sono quelle di Centola (10 km) e quella di Sapri (21 km).
In aereo: l'aeroporto più vicino è quello di Napoli Capodichino. |
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Breve storia di Bosco
Bosco è un piccolissimo paese del Cilento; con le sue case s’adagia dolcemente alle falde del monte di Bulgheria e con la chiesa di S. Nicola si sporge verso il mare.
Il panorama è stupendo: in lontananza le chiassose marine del Golfo di Policastro, lungo il suo perimetro verdi colline, nei dintorni silenzio e tranquillità.
Bosco parla di sé attraverso le sue strade,
i suoi portali, i suoi archi, le sue scalinate, le sue
maioliche. Reca i segni di una storia crudele
e spietata che gli tolse tutto riducendolo in cenere.
Così come lo stesso nome lascia intendere Bosco,
sin dai tempi remoti, godeva di un consistente
patrimonio boschivo, rifugio perfetto per i perseguitati
politici, per i profughi intimoriti dalle incursioni
di barbari e pirati, per quegli abitanti di Policastro
che, nei secoli X ed XI, in seguito alle scorrerie dei
saraceni ed all’invasione di Roberto il Guiscardo,
furono costretti a lasciare la loro terra.
L’origine di Bosco è legata alla
Chiesa Parrocchiale di S. Nicola, un tempo Cenobio italo-greco, oggi
ristrutturata in seguito ai due terremoti del
1980 e 1982 che la resero inagibile. Vigile custode
del paese, l'edificio sacro eleva la sua mole su una
roccia. Si trova alla fine della via di S.Nicola, fra
due piazzette, l'una, sempre esistita, delimitata dal
muro della Congregazione, l'altra, creata per soppressione
della navata destra e per la demolizione delle antichissime
fabbriche del palazzo Abbaziale, trasformata in
un grandioso belvedere che guarda il golfo di Policastro.
Bosco non è stato l’unico nome attribuito
al villaggio. Esso fu chiamato Villa S. Pietro, quando
nel secolo XVI Pio IV lo unì in commenda al Capitolo
di S. Pietro Apostolo in Vaticano e in seguito
Borgo di S. Giovanni a Piro, quando quest’ultimo
lo accolse morente dopo i violenti moti Cilentani.
Nel 1980 il pittore spagnolo Josè Garcia Ortega,
che amava soggiornare a Bosco in alcuni periodi dell'anno,
ha voluto rievocare i moti rivoluzionari del Cilento
(1828) con un mirabile dipinto effettuato su un grande
pannello, composto da 196 maioliche. Le mattonelle di
ceramica sono state poi murate sulla parete di una piazzola
presso la fontana del Sambuco, all'ingresso del paese.
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