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Moio della Civitella
Come si raggiunge:
In treno: Linea Salerno-Reggio Calabria fermata SS.FF. Pisciotta-Palinuro.
In auto: Autostrada con uscita sulla A3 Salerno/Reggio Calabria, uscita casello Battipaglia con proseguimento sulla SS.18 per Agropoli prima e sulla variante SS.18,poi, arrivati a Futani statale 447 direzione Palinuro.
Via Mare: raggiungere il porto di IV classe e Turistico di Marina di Camerota equipaggiato ed attrezzato |
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Turismo
a Moio d. Civitella |
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Il sito archeologico di Moio della Civitella
Uno
dei siti archeologici più suggestivi del Cilento
interno è, certamente, quello ubicato sulla Civitella,
protetto dal fresco ombroso di un fitto e rigoglioso
castagneto.
La collina della Civitella (818 m. s.l.m.) occupa una
posizione strategica di controllo di tutta la viabilità
naturale tra le zone interne montuose e lo sbocco al
mare. Alle pendici del colle, sul versante meridionale,
si apre il valico verso Cannalonga che conduce agli
Alburni e da qui al Vallo di Diano; l'altro versante
domina il corso del Badolato e quindi la viabilità
verso Velia.
La posizione dominante, la presenza dei corsi d'acqua
e delle sorgenti, le terrazze pianeggianti hanno favorito
l'impianto di un insediamento articolato e complesso
che, certamente, dal controllo delle direttrici di traffico,
ha ricavato ricchezza e potenza. La frequentazione del
colle è documentata dalla fine del VI sec. a.C.,
da alcuni frammenti ceramici raccolti in superficie,
ma è a partire dalla metà circa del IV
sec. a.C. che inizia la costruzione di una possente
cinta fortificata, articolata in due circuiti che racchiude
il colle su tre lati; il lato a Nord è difeso
naturalmente dallo strapiombo della roccia.
La costruzione della cinta ha richiesto tempi lunghi
e maestranze specializzate; i blocchi di arenaria locale
sono perfettamente tagliati e squadrati e messi in opera
a filari paralleli, conservati, in alcuni tratti per
un'altezza di 5/6 filari. Delle diverse porte che consentivano
l'accesso all'abitato, una in particolare sul lato meridionale,
si è conservata meglio.
La porta presenta un complesso sistema di difesa ed
è costituita da un lungo e stretto corridoio
che accede ad un vano rettangolare che, a sua volta,
si restringe nel vero e proprio ingresso chiuso dalla
porta di legno di cui rimangono i cardini tagliati nella
pietra e la traccia del battente.
La porta era coperta da un arco costruito con i blocchi
squadrati tagliati, su un lato, in curva, secondo una
tecnica costruttiva largamente nota in numerosi altri
siti dell'Italia Meridionale.
Sul pianoro centrale del colle è stato esplorato,
in piccolissima parte, l'agglomerato di case, di cui
si conosce ancora poco la planimetria e l'organizzazione
dei vani. Anche la scoperta di uno spiazzo scoperto,
basolato, non ha trovato ancora una valida spiegazione
e solo un'esplorazione più ampia potrà
consentire una lettura complessiva dell'abitato.
A
breve distanza è stata individuata un'altra struttura,
più complessa che, la presenza di un deposito
votivo, connota come un edificio di tipo cultuale.
Il centro antico della Civitella, fiorente soprattutto
tra IV e III sec. a.C., è abbandonato già
alla fine del III sec. a.C. quando, con l'arrivo dei
Romani, si assiste alla scomparsa improvvisa degli insediamenti
ed allo spopolamento delle campagne.
Aperto ancora è il dibattito se queste fortificazioni
sparse nell'entro-terra di Velia siano una forma di
difesa del territorio organizzato della città
greca o piuttosto rispondano, come sembrano suggerire
i dati della ricerca più recente, a quella forma
di occupazione capillare del territorio da parte dei
Lucani, a partire dalla fine del V sec. a.C. quando
conquistano Poseidonia.
D'altro canto anche ad Elea, considerata un "baluardo
della grecità" , non mancano, soprattutto
nella cultura materiale, segni evidenti di una promiscuità
con i Lucani che occupano, come si è visto, con
fattorie sparse, tutto il territorio lungo la valle
del Badolato.
Testi storici a cura dell'Università di
Napoli
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