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Pertosa
Come si raggiunge:
In treno: La stazione delle Ferrovie dello Stato più vicina è quella di Pertosa sulla linea Lagonegro-Sicignano degli Alburni: sono previsti collegamenti giornalieri con autobus in servizio sostitutivo per Battipaglia e Lagonegro.
In auto: Dall'Autostrada A3 Sa-RC, uscita PETINA (in direzione Nord) o uscita POLLA (in direzione Sud) ed immettersi sulla s.s.19 e continuare fino al bivio per Pertosa.
In aereo - Aeroporto di Napoli. Distanza da Capodichino Km. 143, raggiungibile con treno o autobus. |
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Breve storia di Pertosa
Il nome di Pertosa deriva dalla sua Grotta, e precisamente dal latino pertusus, bucato. I primi abitanti di Pertosa vivevano nella grotta e con il passare dei secoli iniziarono a trasferirsi al di fuori. A causa delle invasioni saracene verso la fine del IX secolo alcuni abitanti della vecchia Pertosa si rifugiarono sulla cima della collina di fronte la grotta in località "Calitria". Il luogo era perfetto perché era ben riparato e permetteva di controllare le vie d'accesso. Verso la metà dell'XI secolo qualche monaco benedettino si stabilì a Pertosa: i benedettini bonificarono la zona e diffusero su vasta scala la coltivazione degli olivi che ancora oggi sono presenti. In questo periodo i benedettini si arricchirono notevolmente tramite molte donazioni: nel 1092 gli venne donato il Casale di Pertosa, nel 1137 un mulino, nel 1180 e nel 1183 la grotta.
Nei primi decenni del 1300 Pertosa rimase quasi completamente spopolata ma non si hanno notizie certe sulle cause, se per pestilenza o per un terremoto. Intorno al 1500 alcuni contadini di Caggiano tornarono a dimorare a Pertosa aggiungendosi a quei pochi rimasti e nel 1570 tornarono anche i benedettini che ricostruirono il monastero. Pertosa ritornò a splendere, era un casale di Caggiano. Anche a Pertosa s'innalzò l'Albero della libertà nel 1799 e vennero eletti il Municipe e il consiglio dei 6, ma questa esperienza fallirà: in seguito gli irregolari di Gerardo Curcio di Polla con gli abitanti di Pertosa pestarono il Municipe. Nel 1829 Pertosa rivendica l'emancipazione da Caggiano che gli viene accordata con un decreto Reale il 20 marzo 1829.
A partire dal 1 gennaio 1830 Pertosa iniziò ad operare con un'amministrazione autonoma. Il primo sindaco di Pertosa fu Biase Jasimone. Nel 1838 Pertosa richiese di avere un mercato per il giovedì. Sul finir del 1900 il Dott. P. Carucci iniziò ad esplorare la grotta rinvenendo molti reperti classificati nel suo libro "La Grotta preistorica di Pertosa". Grazie alle sue grotte, Pertosa oggi è un centro turistico molto importante e molte attività lavorative e ricettive si stanno sviluppando nei suoi pressi.
Le grotte dell'Angelo
Le Grotte di Pertosa o "dell'Angelo", distanti circa settanta chilometri da Salerno, si aprono a 263 metri
di altitudine lungo il versante orientale della catena dei Monti Alburni, sulla sinstra idrografica del
fiume Tanagro ed all'estremità settentrionale del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
Le meraviglie naturalistiche, l'elevato interesse speleologico e gli aspetti legati alla conoscenza della
recente preistoria italica, indicano il sito delle grotte "dell'Angelo", a Pertosa, come uno tra i più importanti
dell'intera penisola.
Il complesso speleologico di Pertosa si estende per una lunghezza totale di circa tremila metri.
Il tratto inziale, invaso dalle acque del fiume sommerso Negro, si percorrea bordo di una piccola chiatta che,
inoltrandosi lentamente nelle viscere della terra, conduce dall'Edicola votiva di S. Michele Arcangelo, situata
all'ingresso della cavità, ad una sorta di approdo sotterraneo da cui si snodano tre differenti diramazioni
parallele.
Il ramo più settentrionale ospita un suggestivo percorso turistico di circa ottocento metri caratterizzato
dal succedersi di ampie cavità adorne di imponenti gruppi stalatto-stalagmitici e da straordinarie morfologie di
concrezionamento che quasi completamente coprono il suolo.
La diramazione mediana e quella meridionale rappresentano invece settori ipogei più marcatamente speleologici,
sebbene anche nel ramo meridionale (Ramo della Sorgente) vi sia un breve tragitto aperto al pubblico.
Le grotte dell'Angelo hanno origini risalenti a circa trentacinque milioni di anni fa ed in esse, la presenza
dell'uomo risulta ininterrotta sin dall'età della pietre.
Una notevole quantità di reperti (vasi di ceramica e manufatti in pietra, osso e metallo) è stata recuperata
in seguito ai primi scavi effettuati nell'antro della cavità sul finire dell'Ottocentro, inoltre, grazie a
particolari condizioni di conservazione in ambiente umido, furono rinvenute alcune strutture lignee interpretate
come resti di passerelle e palafitte sospese sui corsi d'acqua.
Photogallery delle grotte dell'Angelo
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