Si è svolta il giorno 3 febbraio presso l’area archeologica di Elea – Velia la passeggiata filosofia “La via dell’essere”, un percorso ideato dallo staff del Festival della filosofia in Magna Grecia, un progetto che ormai dal 2008 viene proposto agli Istituti scolastici di tutta Italia.
Il Festival, che di solito viene organizzato ogni anno durante il mese di ottobre e propone convegni, laboratori di filosofia e tanto altro del quale si può avere notizia attraverso il sito filosofiamagnagrecia.it, rivolge particolare attenzione alle passeggiate filosofiche, che vogliono essere momenti fondamentali per proporre in maniera innovativa le aree archeologiche, abbinando le notizie storiche al pensiero filosofico.
“La via dell’essere” rende la visita guidata all’interno del Parco Archeologico di Elea - Velia un vero e proprio pellegrinaggio. Seguendo le tappe delle civiltà che abitarono quei luoghi, l’interesse cresce attraverso uno straordinario valore aggiunto fornito dal pensiero di Parmenide e Zenone, capisaldi della Scuola Eleatica. Infatti gli scavi sono interessanti di per sé, ma il loro interesse si moltiplica se il visitatore ha modo di rinfrescarsi le idee sul conto dei due grandi filosofi che hanno onorato queste terra, dice Livio Rossetti nella presentazione del suo volume “I sophoi di Elea: Parmenide e Zenone”, edito nel 2009.
Dopo una prima tappa generale di contenuto storico, volta ad analizzare la nascita della città e il suo sviluppo, dalla sua fondazione fino al periodo di decadenza, si passa ad esplorare le diverse strutture che si incontrano lungo il tragitto, fino a giungere presso il complesso termale di epoca romana. E’ lì che “La via dell’essere” diviene anche una passeggiata esperienziale. Diversi attori introducono i partecipanti verso lo svelamento della “verità”, attraverso la recitazione, il canto melodico in lingua greca e simpatici escamotage volti alla comprensione immediata e più efficace e alla riflessione. I versi del “Sulla Natura” di Parmenide, nel quale il filosofo immagina di essere trainato da bianche cavalle al cospetto della dea, è il miglior veicolo per prepararsi ad incontrare Parmenide in persona, che con semplici esempi espone il fulcro del suo pensiero.
Si ci avvia, poi, verso la parte alta della città per raggiungere l’acropoli, dove Zenone attende con ansia la folla per dimostrare la validità dei suoi paradossi.
In tutto ciò manca all’appello una tappa fondamentale, quella che da anni necessariamente bisogna baipassare o raggiungere attraverso percorsi alternativi, non sempre percorribili a causa dell’inagibilità soprattutto nei periodi di pioggia.
E’ inutile, infatti, ribadire che l’area archeologica non sta vivendo uno dei suoi periodi migliori. Molti articoli di giornale stanno denunciando lo stato dei fatti e in particolar modo la Porta Rosa sta destando scalpore poiché chiusa ormai da diversi anni al pubblico. Per tanto progetti come quello della “Via dell’essere”, che sposano tradizione e innovazione, mettendo in campo le capacità di guide esperte e quelle di attori specializzati, rimangono esempi validi per la promozione del sito, ma poco efficaci se non affiancati da manutenzione giornaliera e da interventi di riqualificazione volti alla tutela e alla salvaguardia di uno tra i pochi siti che ha restituito non solo le caratteristiche fondamentali dei diversi popoli che l’hanno abitato e il pensiero di importanti filosofi, ma anche dal punto di vista archeologico, l’intera struttura di una città.
“La via dell’essere” è, dunque, attualmente un esperimento effettuabile su prenotazione, che però vorrebbe essere una proposta, un’offerta da materializzarsi in un percorso con cadenza prestabilita, settimanale o mensile. La visita guidata standard, infatti, diventa un vero e proprio viaggio emozionale, alternativo, innovativo, originale capace di attirare l’attenzione soprattutto dei più giovani.
Le conseguenze di un’operazione del genere potrebbero potenziare due ambiti, quello propriamente promozionale del sito e perché no quello più strettamente economico, poiché i luoghi che un tempo furono meta dei profughi focei, patria di Parmenide e Zenone e ancora abitati in periodo romano e medievale, e di conseguenza l’intero territorio circostante, diventerebbero itinerari scelti da scolaresche o anche da semplici turisti e appassionati del settore.
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